Fumetti Italiani Vintage: Pedrito el Drito

Fumetti Italiani Vintage: Pedrito el Drito

Fumetti Italiani Vintage: Pedrito el Drito

C’era una volta – ma è ancora ricordato per la sua freschezza e simpatia – un personaggio che ha attraversato anni e generazioni: Pedrito el Drito. Nato dalla fantasia e dalla matita di Antonio Terenghi nel 1951 Pedrito inizia la sua avventura di carta come cow-boy del vecchio west, un far west molto all’italiana con tematiche e ambienti molto simili alle periferie nostrane degli anni 50/60. Le sue avventure, all’inizio, compaiono in appendice agli albi a striscia  di Forza John e Rocky Rider. Successivamente grazie al successo riscosso diviene personaggio fisso sul Il Monello  e sull’Intrepido editi dall’ Editrice Universo e da semplice cow boy diviene sceriffo di Tapioka city.

Enorme cappello, completamente calvo, con lunghissimi baffi a manubrio, gilet nero e stivali rossi,  classica stella da sceriffo appuntata sul petto è protagonista di improbabili avventure contro prepotenti della zona o strambi pellerossa ma molto più spesso impegnato a sfuggire al controllo della moglie Paquita per recarsi a sbevazzare, labrusco in fiaschi al posto di whisky, con gli amici al saloon. Ma sfuggire al micidiale mattarello della moglie è molto più difficile che sconfiggere fuorilegge o indiani e le avventure si concludono quasi sempre con Pedrito a terra tramortito sulla cui testa cresce un enorme bernoccolo provocato dal mattarello della consorte.

Location delel sue avventure sono le strade di Tapioka City, l’immancabile saloon e i villaggi dei Pistilli Forellati e quello degli Alluci Allucinanti, bonari e poco aggressivi indiani pellerossa.

A conferma del suo forte appeal avuto sui lettori anche dopo la cessazione dei settimanali che lo ospitavano, compreso il Corriere dei piccoli, Pedrito è stato protagonista in grossi volumi cartonati che hanno raccolto il meglio delle sue avventure e in lunghi episodi inediti pubblicati da Sergio Bonelli Editore nella collana I Grandi Comici del Fumetto. coi testi di Alfredo Castelli, vecchia conoscenza del personaggio avendo già scritto storie di Pedrito negli anni sessanta.

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