il Lettering in Italia
il Lettering in Italia
Si é tornato a parlare di Lettering artigianale (quello scritto a mano e non col computer) e a mostrare interesse verso questa forma d’arte grafica. Questa attenzione, oggi che si usa prevalentemente il computer (e i caratteri preconfezionati) per i testi nei balloons, ha il sapore del recupero delle “buone vecchie cosa fatte a mano” come le trattorie rustiche, le scarpe artigianali o la giacca confezionata da un buon sarto. Se torniamo indietro negli anni, non molti, fino agli ’80, il lettering, a mano era una pratica normale ma benché fosse considerato parte importante della catena creativa del fumetto agli eccellenti professionisti che lo realizzavano non veniva dato alcun riconoscimento (escluso quello economico, beninteso). Oltreoceano il letterista è sempre stato considerato importante per il fumetto e i migliori, come Frank Engli calligrafo di di Milton Caniff, venivano ingaggiato a suon di dollari da chi volesse un alto livello professionale nelle proprie strips. Goscinny e Uderzo quando pensarono di proporre sul mercato USA il loro personaggio Oumpah-Pah si rivolsero a lui per fumettare le pagine di prova. In Francia è abitudine che gli editori chiedano le tavole complete di testo scritto nei ballons per dare continuità grafica al prodotto finale. Alcuni sono ormai dei marchi di fabbrica, vedasi quello di Morris su Lucky Luke. In Italia Luciano Secchi sempre attento alle proprie creazioni affidava, spesso, le tavole da fumettare a Raffaele Cormio (tra i migliori – se non il migliore) che sapeva essere oltre che un ottimo grafico (vedere i titoli sugli albi Bonelli fino al 1974) un eccellente calligrafo. Anche in casa Bonelli si é sempre prestata attenzione alla buona scrittura, infatti i personaggi di punta della casa e le pubblicazioni prestigiose (vedere i volumi della collana “Un Uomo Un’Avventura”) sono sempre stati affidati alla felice mano di Carmen Bioletto. Alla Mondadori dovettero “passare” diversi album (non sempre ben fumettati) di Asterix prima di capire che dovevano affidarli a un’altra delle migliori calligrafe italiane: Renata dalla Villa Tuis. Però nonostante molti editori ne capissero l’importanza, il lettering era ancora un lavoro di retrovia; i nomi, fuori dalla cerchia degli addetti ai lavori, non si conoscevano né venivano accreditati sugli albi. Strano che quando il lavoro di calligrafo era insostituibile e unico, questi erano oscure maestranze, ora che si usa il PC (e il lavoro è molto meno artistico) il riconoscimento è ovunque palese. Successivamente con l’arrivo massiccio di albums e storie dalla Francia, dove la grafia era varia e interessante, cominciò a porsi il problema della traduzione della grafia originale. E’ in questi anni che una giovanissima calligrafa, poco più che teenager, si specializza nella grafica di traduzione. Comincia a farsi la mano sulle tavole di Giorgio Montorio e di molti altri disegnatori di tascabili e liberi. Quella calligrafa è Laura Messora. Laura Messora crede e dà importanza al lettering, cerca di promuovere la traduzione delle grafie originali arrivando anche a farsi pubblicità (di certo la prima in Italia) sulle pagine di WOW. Intanto viene notata da Gianfranco Viviani delle Edizioni Nord per le quali scrive tutti i libri a fumetti prodotti dalla sua casa editrice. Le collaborazioni si moltiplicano ma la richiesta é
soprattutto di lettering all’italiana, quello fatto con i doppi righelli, (costruiti rigorosamente in modo artigianale). Finalmente arriva l’incontro decisivo, quello con Luigi Bernardi fondatore de l’Isola Trovata. Bernardi che sta preparando (il mai abbastanza rimpianto) Orient Express a cui seguirà l’edizione italia di Pilote (e relativi volumi) trova in Laura Messora l’interprete ideale per la traduzione grafica di quei fumetti. Le affida così tutti i lettering dei fumetti che la sua casa editrice pubblica. Qui Messora si cimenta con abilità e maestria con la grafia dei numerosi e vari disegnatori delle riviste con innegabili e positivi risultati. Peccato che nelle successive ristampe, in albo, spesso non venga accreditata o il lettering attribuito ad altra mano. Contemporaneamente Messora inizia una interessante collaborazione con il mensile Linus (lettering delle strips) e l’Agenzia Quipos per la quale scrive i fumetti dei loro personaggi argentini. Notevole il lavoro su Boogie di Fontanarrosa.