Sceneggiature vendute al chilo
Sceneggiature vendute al chilo
Sono un po’ di più , che faccio lascio? Questa frase la si può sentire dal salumiere ma non da un redattore di una casa editrice di fumetti. Eppure c’è stato un periodo nel quale abbiamo venduto sceneggiature, se non proprio letteralmente al chilo, a blocchi di qualche decina senza che venissero esaminate ma solo a numero. C’era una di quelle case editrici che facevano soldi buttando nelle edicole di tutto e di più senza stare tanto a curarsi della qualità. D’altro canto nemmeno quella che viene venduta come qualità e cura non è che abbia portato grandi successi di vendita se le menti creative sono di basso livello. Ma questo è un altro discorso. Questa Editrice aveva diverse testate e aveva bisogno di storie per alimentare le uscite in edicola. Così ci si incontrava, in un tristo giardinetto anella periferia di Milano, dove consegnavamo un pacco di sceneggiature, spesso materiale scartato da altre case editrici (non per poca qualità ma solo perché se fai il redattore devi esercitare il tuo ruolo) e, cambiati i nomi, se erano personaggi riconoscibili, venivano acquistate in blocco. Alla consegna successiva si veniva pagati. Queste sono situazioni che hanno un alto margine di rischio, può capitare – come poi accadde – che i contatti si interrompano improvvisamente e non si riesca più a rintracciare nessuno. Inutile recriminare o tentare di fare causa. A chi poi? Questa è gente abile nel mordi e fuggi, basta non cadere preda delle illusioni. Si arraffa il più possibile e si accetta di perdere l’ultima battaglia. Inoltre, come diceva un caro vecchio amico, se devo scrivere m*#%a scrivo quella che voglio io.
Prossimamente: contaminazioni, outing, riconoscenza?, prestanome, ecc…